La Transizione
L’intero pianeta e tutte le società umane sono attraversate da cambiamenti epocali. Le trasformazioni della produzione, i cambiamenti dei cicli economici dovuti al digitale, i cambiamenti delle forme del lavoro, le compatibilità delle attività umane con i cicli naturali, l’intervento tecnologico sul ciclo evolutivo della vita, la trasformazione dell’intera sfera terrestre in mero ciclo produttivo – salute, cibo, materie prime, energia, cultura, ecc… – spingono alla crisi le forme tradizionali delle istituzioni politiche, monetarie ed economiche. Le forme della vecchia rappresentanza politica e sociale si sgretolano e le nuove stentano ad affermarsi.
Questo è il passaggio storico che definiamo La Transizione.
Genetica, Robotica, Intelligenza Artificiale, Nanotecnologie si offrono o come nuove forme del dominio totale o come modalità di riorganizzazione del fare umano e della sua sostenibilità.
Al suo interno convivono tendenze spesso contraddittorie o addirittura contrastanti. Nuovi soggetti sociali emergenti lottano per far affermare regole che consentano loro di sviluppare le potenzialità delle nuove forme di valorizzazione del capitale. Vecchie forme istituzionali, non adeguate a normare le nuove potenzialità del fare digitale, inseguono e soccombono, una ad una, partendo dai paesi tecnologicamente meno attrezzati. Le forme organizzate della politica, figlie dell’era industriale e in primo luogo i partiti novecenteschi, perdono senso e si sciolgono progressivamente.
La Transizione, quindi, è un processo ambiguo, in divenire, aperto a una molteplicità di esiti. Nessun percorso è scontato, anche se ne esistono di privilegiati. Un processo caotico ma nel quale emergono alcune regole e prassi, assetti e modelli di organizzazione, grumi di interessi e gruppi sociali che tendono a trasformarsi in nuove classi sociali. Tutti, vecchi e nuovi, cercano rappresentanza e chiedono forme di potere, soggettivo e collettivo, di tipo nuovo.
La collana La Transizione si configura come il luogo di animazione di questa ricerca politico-culturale per il XXI secolo.
Diretta da Sergio Bellucci, collaborano al comitato scientifico-editoriale: Mauro Pecchenino, Giorgio Galli, Alberto Abruzzese, Giulio Sapelli, Simonetta Carrarini, Ignazio Licata, Marco Berlinguer, Francesco Tupone, Fabio Del Papa, Angelo Zaccone Teodosi, Amarildo Arzuffi.
SERGIO BELLUCCI
(DeriveApprodi, 2005), Lo Spettro del Capitale. Per una critica dell’economia della conoscenza scritto con il fisico Marcello Cini (Codice Edizioni, 2009), Green Economy Lazio (Sandro Teti Editore, 2017) e L’industria dei Sensi (Harpo Editore, 2019).